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Sposati e risparmi l'iva!

Roma, 10 mag. – Con la crisi economica e’ ancora piu’ difficile metter su casa, specialmente per i giovani. In loro aiuto arrivano tre proposte di legge, due del Pdl ed una del Pd, che prevedono agevolazioni fiscali per l’arredo della prima casa.

La doppia iniziativa legislativa del Pdl porta la firma del questore della Camera Antonio Mazzocchi e del senatore Rosario Costa; la proposta di legge del Pd e’ stata depositata alla Camera dall’ex ministro Pierluigi Bersani e dal deputato Massimo Vannucci. L’obiettivo e’ il medesimo, ma qualche differenza di impostazione tra le proposte del centrodestra e quella del centrosinistra c’e’.

Il Pdl prevede una riduzione dell’Iva al 4% per l’acquisto di mobili destinati all’arredamento, fino ad un massimo di 20mila euro, a patto pero’ che a richiedere lo ‘sconto’ siano giovani coppie sposate (da non piu’ di dodici mesi) o che intendano sposarsi. Senza il fatidico ‘si” l’Iva sui mobili resterebbe al 20%. Inoltre, per accedere allo sconto fiscale il reddito complessivo lordo della coppia non deve superare i 20mila euro annui. Infine, i mobili acquistati devono essere destinati esclusivamente all’arredamento dell’abitazione coniugale. “Gli elementi di arredo -sottolinea Costa- hanno raggiunto un costo tale, per cause indipendenti da chi li produce, da risultare di problematica acquisizione per le limitate possibilita’ di una giovane coppia”.

Nella proposta del centrosinistra il vincolo (e’ il caso di dire) matrimoniale non c’e’. C’e’ invece un limite anagrafico, dal momento che le agevolazioni fiscali sono destinate ai giovani di eta’ compresa tra i 20 e i 30 anni. La detrazione, nella misura massima di una spesa per acquisto di mobili di 10mila euro, spetta una sola volta e a condizione che l’indicatore della situazione economica equivalente del beneficiario nell’anno in cui e’ effettuato l’acquisto non superi cumulativamente i 41mila 316 euro.

Lo ‘sconto’, in questo caso, rientrerebbe nella detrazione del 36% prevista dalla legge per interventi di ristrutturazione e per lavori di manutenzione, anche ordinaria, sulle parti comuni di edifici residenziali ed estesa all’acquisto dei mobili per l’arredo. La detrazione proposta dai due esponenti del Pd firmatari della proposta di legge e’ al massimo del 10% della spesa complessivamente sostenuta per la ristrutturazione e comunque entro il tetto previsto di un ammontare complessivo di spesa di 48mila euro. Soprattutto per le piccole case, spiegano i due esponenti del centrosinistra, difficilmente la ristrutturazione raggiunge o supera la cifra di 48mila euro: con l’estensione della detrazione all’arredo diviene possibile un miglior utilizzo di tale plafond, anche nell’ipotesi in cui l’intervento di ristrutturazione sia di modesto ammontare.

Norme per incentivare l’acquisto di mobili ed elementi di arredo non garantirebbero solo benefici economici a chi voglia metter su casa, ma rappresenterebbero una boccata d’ossigeno per il settore del legno e dell’arredamento, che nel suo insieme fattura circa 40 miliardi di euro, occupa oltre 410mila addetti ed esporta il 34,5% della produzione. Il comparto del legno e dell’arredamento contribuisce per oltre il 15% all’avanzo commerciale dell’industria manifatturiera italiana ed occupa il 9% degli addetti del settore manifatturiero, senza considerare i consistenti effetti occupazionali in termini di indotto.

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