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Posts Tagged ‘sposarsi’

11/12/2009 – Il Piano Casa diventa legge anche in Campania. Dopo un iter travagliato, caratterizzato da molteplici emendamenti e discussioni rimandate, che aveva messo addirittura a rischio il governo regionale, un primo sblocco è stato registrato la settimana scorsa, con l’approvazionedei primi tre articoli della legge. Il Consiglio Regionale ha in seguito trovato un accordo su tutto il testo, votato con 35 pareri favorevoli, seicontrari e tre astenuti.

Questi i contenuti principali:
Il piano per il rilancio dell’edilizia prevede una serie di interventi da effettuare in deroga agli strumenti urbanistici vigenti e rimarrà invigore a tempo determinato.

Ampliamenti: Gli aumenti di cubatura entro la soglia del 20% sono consentiti sugli edifici esistenti a destinazione residenziale di tipologia uni o bifamiliare, ma anche sulle piccole palazzine fino a mille metri cubi composti al massimo da due piani fuori terra.

Sostituzione edilizia: è ammesso l’aumento fino 35% della volumetria esistente degli edifici residenziali per gli interventi di demolizione e ricostruzione all’interno della stessa unità immobiliare catastale e delle pertinenze esterne asservite al fabbricato. I lavori devono essere eseguiti con tecniche costruttive che garantiscano prestazioni energetico – ambientali e in conformità alle NTC, Norme tecniche per le costruzioni, che regolano l’attività edilizia in zona sismica.

Prevista la riqualificazione delle aree urbane degradate, utile anche alla soluzione del disagio abitativo. I Comuni possono infatti individuare zone da destinare alla sostituzione edilizia con aumento volumetrico fino al 50%. La Regione ha però l’obbligo di inserire queste aree nella programmazione per l’edilizia economica e popolare.

Nei lotti superiori ai 15 mila metri quadri la sostituzione edilizia degli immobili esistenti può comportare anche il cambio di destinazione d’uso, con l’obbligo di riservare all’edilizia sociale una quota non inferiore al 30%. Possibile il cambio di destinazione d’uso anche nelle aree produttive dismesse da almeno tre anni.

Le amministrazioni comunali, con provvedimento da adottare sessanta giorni, possono individuare ambiti la cui trasformazione urbanistica ed edilizia è subordinata alla cessione da parte dei proprietari di aree o immobili da destinare a edilizia residenziale sociale, in aggiunta alla dotazione minima di spazi pubblici come verde e parcheggi, etc. Possibile anche destinare esclusivamente alcuni ambiti all’edilizia residenziale sociale per giovani coppie e a nuclei a basso reddito.

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Sposati e risparmi l'iva!

Roma, 10 mag. – Con la crisi economica e’ ancora piu’ difficile metter su casa, specialmente per i giovani. In loro aiuto arrivano tre proposte di legge, due del Pdl ed una del Pd, che prevedono agevolazioni fiscali per l’arredo della prima casa.

La doppia iniziativa legislativa del Pdl porta la firma del questore della Camera Antonio Mazzocchi e del senatore Rosario Costa; la proposta di legge del Pd e’ stata depositata alla Camera dall’ex ministro Pierluigi Bersani e dal deputato Massimo Vannucci. L’obiettivo e’ il medesimo, ma qualche differenza di impostazione tra le proposte del centrodestra e quella del centrosinistra c’e’.

Il Pdl prevede una riduzione dell’Iva al 4% per l’acquisto di mobili destinati all’arredamento, fino ad un massimo di 20mila euro, a patto pero’ che a richiedere lo ‘sconto’ siano giovani coppie sposate (da non piu’ di dodici mesi) o che intendano sposarsi. Senza il fatidico ‘si” l’Iva sui mobili resterebbe al 20%. Inoltre, per accedere allo sconto fiscale il reddito complessivo lordo della coppia non deve superare i 20mila euro annui. Infine, i mobili acquistati devono essere destinati esclusivamente all’arredamento dell’abitazione coniugale. “Gli elementi di arredo -sottolinea Costa- hanno raggiunto un costo tale, per cause indipendenti da chi li produce, da risultare di problematica acquisizione per le limitate possibilita’ di una giovane coppia”.

Nella proposta del centrosinistra il vincolo (e’ il caso di dire) matrimoniale non c’e’. C’e’ invece un limite anagrafico, dal momento che le agevolazioni fiscali sono destinate ai giovani di eta’ compresa tra i 20 e i 30 anni. La detrazione, nella misura massima di una spesa per acquisto di mobili di 10mila euro, spetta una sola volta e a condizione che l’indicatore della situazione economica equivalente del beneficiario nell’anno in cui e’ effettuato l’acquisto non superi cumulativamente i 41mila 316 euro.

Lo ‘sconto’, in questo caso, rientrerebbe nella detrazione del 36% prevista dalla legge per interventi di ristrutturazione e per lavori di manutenzione, anche ordinaria, sulle parti comuni di edifici residenziali ed estesa all’acquisto dei mobili per l’arredo. La detrazione proposta dai due esponenti del Pd firmatari della proposta di legge e’ al massimo del 10% della spesa complessivamente sostenuta per la ristrutturazione e comunque entro il tetto previsto di un ammontare complessivo di spesa di 48mila euro. Soprattutto per le piccole case, spiegano i due esponenti del centrosinistra, difficilmente la ristrutturazione raggiunge o supera la cifra di 48mila euro: con l’estensione della detrazione all’arredo diviene possibile un miglior utilizzo di tale plafond, anche nell’ipotesi in cui l’intervento di ristrutturazione sia di modesto ammontare.

Norme per incentivare l’acquisto di mobili ed elementi di arredo non garantirebbero solo benefici economici a chi voglia metter su casa, ma rappresenterebbero una boccata d’ossigeno per il settore del legno e dell’arredamento, che nel suo insieme fattura circa 40 miliardi di euro, occupa oltre 410mila addetti ed esporta il 34,5% della produzione. Il comparto del legno e dell’arredamento contribuisce per oltre il 15% all’avanzo commerciale dell’industria manifatturiera italiana ed occupa il 9% degli addetti del settore manifatturiero, senza considerare i consistenti effetti occupazionali in termini di indotto.

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