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Archive for marzo 2010

Le leggi regionali potrebbero rendere inefficace la liberalizzazione delle ristrutturazioni introdotta dal Governo
di Rossella Calabrese
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– Non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ma il DL che consentirà di realizzare, senza titolo abilitativo, interventi edilizi di manutenzione straordinaria già pone dei dubbi di compatibilità con la normativa regionale.

Come ha precisato il Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, in conferenza stampa – “le opere interne alla casa si potranno fare subito, a meno che non ci sia una legge regionale che le vieti”.
E nella quasi totalità delle Regioni è proprio così. Sulla disciplina della DIA, infatti, il Testo Unico dell’edilizia (Dpr 380/2001) delinea una normativa generale ma, poiché la competenza sulla materia edilizia è regionale, le Regioni, con le proprie leggi, hanno integrato o modificato l’elenco delle opere per le quali è richiesta la Dia.

In quasi tutte le Regioni quindi, la manutenzione straordinaria è sottoposta a Dia, e poichè la disciplina regionale – come ha ribadito Tremonti – prevale su quella statale, la norma introdotta dal DL incentivi rischia di rimanere inefficace. Tranne che in pochissimi casi: ad esempio in Sardegna, dove la legge regionale assoggetta le opere di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo ad un’autorizzazione comunale, previo parere del solo Ufficio tecnico comunale. Soltanto in casi come questo, quindi, la nuova norma statale potrebbe applicarsi, senza peraltro apportare significative novità, dal momento che la procedura rimarrebbe quelle delineata dalla Regione.

Le Regioni che invece richiedono la Dia, potrebbero decidere di mantenere la propria disciplina, vanificando quindi l’intento del Governo di liberalizzare gli interventi di ristrutturazione.

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19/03/2010 – Il Consiglio dei Ministri di venerdi 19 marzo ha approvato il decreto-legge sugli incentivi a sostegno dei settori industriali in crisi. Il provvedimento contiene le disposizioni tributarie e finanziarie per il contrasto di frodi fiscali internazionali e per la destinazione dei gettiti così recuperati al finanziamento del Fondo per gli incentivi e al sostegno ai settori produttivi in crisi.
A diventare protagonista del decreto è però la manovra di semplificazione voluta dal Governo e che si annuncia rivoluzionaria per il settore dell’edilizia, ovvero quella riguardante la liberalizzazione delle ristrutturazioni in manutenzione straordinaria senza DIA.
Ad annunciarlo è stato lo stesso presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel corso della conferenza stampa di presentazione del decreto. “Il nostro motto – ha detto il premier – è ‘tutti padroni in casa propria’: questa è l’attuazione di quel concetto”. “Si tratta – ha aggiunto il Ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli – di un articolo fondamentale, su cui abbiamo lavorato intensamente insieme al Ministro Raffaele Fitto, per consentire, finalmente, a tutti i cittadini, di essere realmente padroni a casa propria”.

MANUTENZIONI STRAORDINARIE SENZA DIA Sarà possibile quindi realizzare senza Dia:
– interventi di manutenzione straordinaria che non riguardino parti strutturali degli edifici, non comportino aumento del numero delle unità immobiliari e non implichino incremento degli standard urbanistici;
– installazione di pannelli solari, fotovoltaici e termici senza serbatoi esterni, fuori dai centri storici;
– pavimentazione di spazi esterni e arredi nelle pertinenze degli edifici;
– opere temporanee, serre mobili stagionali, movimenti di terra per le attività agricole.

Tra le opere liberalizzate ci sono anche: interventi di eliminazione di barriere architettoniche, opere temporanee di ricerca nel sottosuolo, movimenti di terra pertinenti all’attività agricola, serre mobili stagionali, pavimentazione e finitura di spazi esterni, pannelli fotovoltaici e termici, aree ludiche senza fini di lucro.

L’obiettivo della norma – ha spiegato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi – è quello di velocizzare il Piano Casa, ora regolamentato da leggi regionali che, in molti casi, non stanno dando i risultati attesi. Le norme regionali e molte delibere comunali hanno infatti limitato la portata delle misure anticrisi

Ad annunciarlo è stato lo stesso presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel corso della conferenza stampa di presentazione del decreto. “Il nostro motto – ha detto il premier – è ‘tutti padroni in casa propria’: questa è l’attuazione di quel concetto”. “Si tratta – ha aggiunto il Ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli – di un articolo fondamentale, su cui abbiamo lavorato intensamente insieme al Ministro Raffaele Fitto, per consentire, finalmente, a tutti i cittadini, di essere realmente padroni a casa propria”.

MANUTENZIONI STRAORDINARIE SENZA DIA Sarà possibile quindi realizzare senza Dia:
– interventi di manutenzione straordinaria che non riguardino parti strutturali degli edifici, non comportino aumento del numero delle unità immobiliari e non implichino incremento degli standard urbanistici;
– installazione di pannelli solari, fotovoltaici e termici senza serbatoi esterni, fuori dai centri storici;
– pavimentazione di spazi esterni e arredi nelle pertinenze degli edifici;
– opere temporanee, serre mobili stagionali, movimenti di terra per le attività agricole.

Tra le opere liberalizzate ci sono anche: interventi di eliminazione di barriere architettoniche, opere temporanee di ricerca nel sottosuolo, movimenti di terra pertinenti all’attività agricola, serre mobili stagionali, pavimentazione e finitura di spazi esterni, pannelli fotovoltaici e termici, aree ludiche senza fini di lucro.

L’obiettivo della norma – ha spiegato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi – è quello di velocizzare il Piano Casa, ora regolamentato da leggi regionali che, in molti casi, non stanno dando i risultati attesi. Le norme regionali e molte delibere comunali hanno infatti limitato la portata delle misure anticrisi .Prima dell’inizio degli interventi (ad esclusione delle serre mobili e dei movimenti di terra), sarà necessario informare il Comune, anche per via telematica, allegando le eventuali autorizzazioni obbligatorie e, solo per gli interventi di manutenzione straordinaria, l’indicazione dell’impresa che eseguirà i lavori.

Le semplificazioni approvate venerdì sono le stesse che il Governo ha proposto nel marzo 2009 e che avrebbero dovuto essere approvate con un decreto legge entro il 10 aprile 2009, contemporaneamente alle norme sul Piano Casa. Il DL però si è arenato a causa del conflitto di competenze tra potere statale e regionale. I contenuti di quel DL sono poi confluiti nel ddl per la semplificazione amministrativa, approvato nel novembre 2009 , contro il quale si era scatenata la protesta dei progettisti che temevano, in un periodo crisi come quello attuale, la riduzione delle opportunità di lavoro date dalle piccole pratiche per le ristrutturazioni e l’aumento dei rischi per la sicurezza degli edifici sottoposti ad interventi senza Dia e senza Direttore dei Lavori

E anche questa nuova iniziativa legislativa incassa le critiche del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, secondo il quale l’assenza di controllo da parte dei professionisti abilitati determinerà la proliferazione di interventi progettuali di scarsa qualità senza alcuna garanzia per l’utente e la collettività e in dispregio alle norme sulla qualità dei cantieri e sulla sicurezza. Il Governo – sottolinea il Cnappc – dopo aver avviato un informatizzazione delle procedure amministrative, attraverso la Posta Elettronica Certificata e la Firma Digitale, oggi adotta un provvedimento assolutamente contraddittorio che elimina ogni controllo, penalizza i professionisti e le imprese edili e, di fatto, potrebbe incentivare l’abusivismo edilizio creando un condono mascherato per opere già realizzate in assenza di permesso.

http://tv.repubblica.it/copertina/case-liberalizzazioni-nei-lavori-il-no-degli-architetti/44310?video

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FLEXIA è un “sistema arredo” modellato secondo
la fluidità dell’acqua. Consuetudini ed ergonomia
distribuiscono le funzioni lungo un orizzonte
scandito da mobili contenitori a profondità variabile
che accompagnano l’intimità dei riti domestici
quotidiani.
Volumi sospesi, superfici continue, bacini, ampi,
materiali innovativi e finiture laccate sono studiati
per preservare con facilità l’igiene nella stanza
da bagno e assolvere a tutte le funzioni tradizionalmente
demandate allo spazio lavanderia.
Il progetto FLEXIA valorizza l’ambiente lavanderia
attraverso la sottrazione di elementi formali che
ne hanno stereotipato l’immagine nel tempo.
L’introduzione di elementi mobili e l’aggregazione
di funzioni rende i locali, di solito relegati a spazi
di servizio, flessibili e condivisi.
concept
flexia è un “sistema arredo” modellato secondo
la fluidità dell’acqua. Consuetudini ed ergonomia
distribuiscono le funzioni lungo un orizzonte
scandito da mobili contenitori a profondità variabile
che accompagnano l’intimità dei riti domestici
quotidiani.
Volumi sospesi, superfici continue, bacini, ampi,
materiali innovativi e finiture laccate sono studiati
per preservare con facilità l’igiene nella stanza
da bagno e assolvere a tutte le funzioni tradizionalmente
demandate allo spazio lavanderia.
Il progetto FLEXIA valorizza l’ambiente lavanderia
attraverso la sottrazione di elementi formali che
ne hanno stereotipato l’immagine nel tempo.
L’introduzione di elementi mobili e l’aggregazione
di funzioni rende i locali, di solito relegati a spazi
di servizio, flessibili e condivisi.

sistema Flexa concept

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